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Schiacciare
l’Isis
Forse è la volta che Obama si è convinto
Ci ha fatto molto
piacere ascoltare una presa di posizione chiara e responsabile da parte del
presidente Obama sulla necessità di schiacciare l’Isis e insieme di
autorizzare presto l’invio di truppe sul campo. Fino a questo momento la
posizione americana ci era parsa priva di senso e
pericolosa. Priva di senso, perché partiva dalla sottovalutazione di
un fenomeno che sta sconvolgendo in medio oriente un’area simile a quella della Francia e che già minaccia la Turchia. Pericolosa,
perché pensare di sconfiggere l’Isis in 14 anni, come Obama aveva previsto,
significa non avere certezze circa la vittoria finale. Quando la settimana
scorsa abbiamo letto le parole del vice presidente
Joe Biden riportate, su ben 4 giornali europei, per cui l’America si sarebbe
preoccupata “di indebolire l’Isisis” usando l’intelligence, avevamo temuto il
disastro. L’amministrazione americana, ancora non è riuscita ad ottenere un
solo risultato accettabile in medio oriente. Libia, Siria, Egitto: Obama le
ha sbagliate tutte. Sia ringraziata la Giordania, che davanti alla truce
uccisione di un suo pilota ha prodotto una reazione capace di infiammare
tutto il Paese. Re Abdullah ha colpito con accanimento le postazioni dello
Stato islamico e ha mobilitato le truppe al confine. Poteva il presidente
statunitense, davanti alla morte di una sua giovane cittadina innocente,
mostrarsi meno determinato del re hasmita? Forse molto è dipeso da questa
situazione improvvisa, ma non importa. Importa, invece, che l’America
comprenda la necessità di estirpare alla radice, una minaccia rivolta contro
tutto il mondo civile e che lo faccia usando ogni
mezzo a suo disposizione, ogni uomo e con la finalità di farlo in breve
tempo. La Germania nazista venne sconfitta in 4
anni. L’Isis deve essere annientata in meno di due. Il mandato che Obama
chiede al congresso dovrà anche essere una priorità rispetto all’altra
questione internazionale di cui pure si sta discutendo. Non abbiamo nessuna
simpatia per Putin ed il suo regime. Crediamo abbia commesso un incredibile
massacro in Cecenia, ma consigliamo prudenza nei confronti della situazione
ucraina, perché se qualcuno crede che si tratti di una specie di grande ex
Jugoslavia, sbaglia. L’Ucraina ha un contenzioso con la Russia dai i tempi di
Pietro il Grande e da allora la popolazione russa si è diffusa in quell’area
tanto che le ultime elezioni libere nel paese hanno sbarrato la strada ai
nazionalisti ed eletto un leader filo russo come Yanukovic. Possiamo decidere
di sostenere il desiderio di emancipazione della nazione Ucraina, ma non
possiamo pensare che la popolazione russa dell’Ucraina debba subire tale
determinazione senza nemmeno un passaggio elettorale. Allora sarebbe meglio
dividere il Paese. Sarebbe un errore gravissimo, far anche entrare in Europa
gli sciovinisti ucraini che lo chiedono. In ogni, caso pensare di combattere
contro i russi quando sono usciti dalla logica dei blocchi, dopo che si è
riusciti ad evitarlo quando i blocchi esistevano è
una pura follia. I russi hanno la nostra stessa preoccupazione per la jihad e
solo questo sarebbe una ragione per sforzarsi di trovare una forma
sufficiente di collaborazione.
Roma, 12 febbraio 2015
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